Palio del Niballo

palio del niballo

Palio del Niballo

Domenica 23 Giugno 2019

Il Niballo – Palio di Faenza  è una delle più antiche giostre medioevali d’Italia,

conosciuto come “Giostra del Barbarossa” e “Quintana del Niballo”, trae le sue origini nel 1164, in occasione del passaggio dell’Imperatore Federico Barbarossa a Faenza, ospite di Enrico e Guido Manfredi, cittadini “notabili” della città.

Secondo vari documenti storici vi sono testimonianze dello svolgimento della “Quintana del Niballo”  dal Seicento sino al 1796. Mentre l’origine del Palio moderno risale al 1959 e a sfidarsi sono i cinque Rioni della città.

Il Palio del niballo di Faenza ha luogo la quarta domenica di giugno. Secondo la tradizione, ogni corsa  del Niballo è preceduta da un corteo storico che costituisce una rievocazione figurata della vita militare, civile e sociale del Quattrocento; il corteo parte dalla Piazza del Popolo alle ore 16,00 ed arriva fino allo Stadio.

I rioni del Palio del Niballo

 

Rione Borgo Durbecco:

Il Borgo Durbecco comprende il territorio di Faenza diviso dal fiume Lamone, denominato Rione Bianco. Per questo motivo nel gonfalone rionale campeggia l’antico ponte turrito che un tempo univa il Borgo, “una piccola città nella città”, al resto di Faenza. Ai quattro angoli del vessillo troviamo anche le porte che si aprivano nella cerchia muraria del Borgo: Porta Casaretta (verso il fiume), Porta Candiana (verso nord), Porta Torretta (verso sud) e Porta delle Chiavi (verso Forlì), l’unica porta medievale

Rione giallo:

Il Rione Giallo è il rione di Porta Ponte, una vera e propria fortificazione cittadina alta quasi trenta metri che accoglieva i visitatori provenienti dal Borgo, poi demolita a metà dell’Ottocento. Nello stemma rionale la torre è cinta da due ordini di merli guelfi, e fin dall’inizio è chiaro il collegamento del Rione Giallo con il casato dei Manfredi, signori di Faenza e sostenitori del pontefice. Uno dei simboli dei Manfredi, il mitologico leocorno col corpo di leone e la testa di capra (impresa di Carlo II Manfredi), lo troviamo infatti anche nella sfilata storica del Rione Giallo, portato da un paggio che precede il Capo Rione. Oltre alla famiglia più importante della città, che aveva gradualmente conquistato una serie di torri e castelli in tutta la Val di Lamone, nel Rione Giallo avevano sede altri maggiorenti faentini: i Ragnoli, i Baroncini, i Viarani ed i Negusanti, famiglia che diede i natali a Sant’Umiltà.

Rione rosso:

Lo stemma del Rione Rosso, con il suo colore acceso e lo stocco rinascimentale, richiama fin dal principio la natura combattiva di questo Rione, da sempre votato allo scontro e alla vittoria. Non è un caso quindi che il Rosso sia il Rione di Porta Imolese, il punto d’accesso alla città che più ha visto scontri e battaglie nel corso dei secoli: di origine medievale, venne ristrutturata nel 1678, ma circa un secolo dopo fu protagonista della Battaglia del Senio, quando i francesi invasero la città (1793). Nel 1944 i tedeschi in ritirata minarono la Porta per rallentare l’avanzata dell’esercito alleato, motivo per cui ad oggi si sono salvate solo le mura su via Tolosano. Una delle rappresentazioni dello stemma rionale presenta anche una banda superiore a scacchiera blu e bianca, un richiamo alla casata degli Accarisi, irriducibili avversari dei Manfredi di parte ghibellina che avevano il proprio palazzo in questo Rione.

Rione nero:

Il pino marittimo del Rione di Porta Ravegnana richiama fin dal principio il collegamento del Nero con l’importante scalo commerciale sulle coste dell’Adriatico, situato a nord della città. Sempre nella parte settentrionale del contado si trovava anche il castello di Granarolo, fatto costruire nel 1317 da Francesco Manfredi per meglio presidiare la campagna fra Cotignola e Russi, che vede il proprio castellano e le proprie insegne presenti fra le fila del Rione Nero. Ma il vero cuore del Rione si trova fra le mura cittadine, dove sorgeva il Monte di Pietà (fondato nel 1491, funse per secoli da banca a basso interesse per i poveri e da tesoreria pubblica, dal 1510 prese sede affianco al Duomo) e soprattutto in Via della Croce, dal nome della Confraternita presente nel Quattrocento, ora sede del Nero.

Rione verde:

Il Rione Verde è il Rione di Porta Montanara e non stupisce che nel suo stemma campeggino tre colli, a richiamare il collegamento con gli Appennini, sormontati da tre stelle a sei punte, che in Romagna richiamavano la parte ghibellina. Antichi documenti attestano la presenza dei sostenitori dell’imperatore in questa zona di Faenza e, malgrado il dominio dei guelfi Manfredi, molti casati del Verde spiccano fra i più illustri della città, che troviamo anche nella sfilata storica del Rione: i Barbavara, i Laderchi, i Sali, i Rondinini e i Severoli. Ma a sud di corso Mazzini si ergeva una volta anche la Rocca, l’unica fortezza posta a difesa della città, nella zona dell’attuale ospedale civile. La Rocca, edificata nel 1371, era dotata di un ampio fossato alimentato dal canale che scendeva dalle colline, e rimase in piedi fino al Settecento, quando fu in parte smantellata. I figuranti del Rione Verde, con il castellano, il capitano della rocca e gli armati, ricordano la presenza di questa importante fortificazione.

Palio del niballo fonte: https://www.paliodifaenza.it

Se vuoi partecipare alla manifestazione Palio del Niballo e vuoi dormire vicino al centro di Faenza , clikka il seguente link:

https://www.casadamianofaenza.it/Bed-and-Breakfast-Faenza-vicino-Clinica-San-Pier-Damiano/#prenota

 

 

Share

Recommended Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *